La Signora in Giallo omicidio alle Hawaii by Jessica Fletcher & Donald Bain

autore:Jessica Fletcher & Donald Bain [Fletcher, Jessica & Bain, Donald]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2015-03-23T23:00:00+00:00

13

«He Aha Ka Meahou?»

– Che c’è di nuovo?

DURANTE il viaggio in macchina, riferii a Mike le dichiarazioni di Witherspoon alla conferenza stampa e il nostro successivo scambio di vedute.

«A quanto pare non fai parte del suo fan club.»

«Puoi dirlo forte, Mike. L’ho trovato altezzoso e arrogante. Potrei usare anche altri aggettivi, ma voglio essere educata. Ah, ho anche parlato con un giovane reporter di nome Lookey, o come diamine si pronuncia.»

«Sì, lo conosco», rispose. «Mi ha chiamato sul cellulare mentre venivo in albergo e mi ha riferito che vi siete incontrati.»

«Non ha perso tempo.»

«È un bravo ragazzo. Ci siamo visti un paio di volte. È molto interessato alla storia dell’Haleakalā. Ci sono cose peggiori che avere un giornalista dalla propria parte.»

«Vorrebbe scrivere un libro sulla morte di Mala, se dovesse rivelarsi davvero un omicidio.»

«Se dimostriamo che qualcuno l’ha uccisa, spero che inserisca i nostri nomi fra i ringraziamenti. Mia moglie ne sarebbe molto colpita.»

«A me basterebbe scoprire la verità, anche senza ringraziamenti.»

Imboccammo la strada ormai familiare verso sud, posteggiammo nel parcheggio del centro commerciale di fronte all’albergo e ci incamminammo lungo il prato in cui si era svolto il luau, che portava direttamente alla casa di Koko e di suo padre.

«Che cosa speri di ottenere?» mi chiese Mike.

«Non lo so con precisione, ma ho la netta sensazione che il bambino abbia visto qualcosa la notte in cui Mala è morta e che abbia paura di parlarne.»

«E quindi la tua idea sarebbe quella di continuare a fargli visita finché non conquisterai la sua fiducia?»

«Qualcosa del genere.»

Mentre ci avvicinavamo a quella che per noi ormai era la scena del crimine, Mike azzardò: «Perché non proviamo a entrare dalla porta principale questa volta? Magari ci porta fortuna».

«Se non vediamo nessuno sul retro, possiamo...»

Lasciai la frase a metà. Eravamo ormai arrivati in prossimità della casa ed era evidente che fosse successo qualcosa. Scorgemmo un’autopattuglia con il lampeggiante acceso ferma in strada e due agenti in uniforme sul patio, insieme al padre di Koko.

«Spero che non si sia fatto male nessuno», mormorai mentre ci avvicinavamo. Uno degli agenti riconobbe Mike e ci venne incontro. «Ehi, Kane», esclamò.

«Ehi, brah», rispose Mike. «Ci sono problemi?»

«Non più. L’uomo che vive qui ha un figlio piccolo, Kona, un tipino avventuroso. Ormai lo conosciamo bene. Di solito è la madre di Mohink che se ne occupa quando il padre è al lavoro, ma in questi giorni è malata. Così Mohink ha portato il bambino con sé allo zuccherificio. E appena gli ha voltato le spalle, Kona si è allontanato ed è scomparso in mezzo ai campi di canna da zucchero. Niente di nuovo, è già capitato altre volte. Per qualche strana ragione è attratto da quella zona. Fatto sta che il padre ci ha chiamati e noi abbiamo mandato una squadra di ricerca, che ha trovato il bambino nascosto laggiù. Il padre è fuori di sé, come potrete immaginare. Gli ho detto che dovremo fargli pagare una multa la prossima volta. Non può diventare un’abitudine. Comunque sia, abbiamo scortato padre e figlio a casa, per assicurarci che andasse tutto bene e che nessuno si facesse male.

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